da "Il Manifesto"

06 Aprile 2001

Terrorismo, cinque arresti a Milano

LUCA FAZIO - MILANO

" Siamo convinti di aver sgominato il cervello pensante del terrorismo islamico". Il ministro degli interni, Enzo Bianco, ha commentato così la cattura di cinque maghrebini arrestati dalla Digos milanese in un'operazione condotta a Gallarate (Varese). I cinque sono accusati di far parte di una cellula terroristica con appendici in Germania, Inghilterra, Francia, Spagna e Belgio, una rete che farebbe riferimento al saudita Osama Bin Laden. L'inchiesta italiana - condotta in seguito a un'operazione della polizia tedesca che a dicembre sgominò un gruppo analogo - è stata coordinata dal sostituto procuratore di Milano, Stefano D'Ambruoso, con la collaborazione della procura di Busto Arsizio. I componenti della presunta cellula terroristica, di "matrice algerina", sono indagati per traffico d'armi e di documenti falsi e per l'arruolamento di mercenari da inviare nei campi di addestramento afghani e poi da impiegare per compiere attentati in giro per il mondo. Gli inquirenti hanno tenuto a precisare che i cinque nordafricani (pedinati dallo scorso luglio) non hanno avuto niente a che fare con il commando che lo scorso gennaio voleva compiere un attentato all'ambasciata americana di Roma, chiusa improvvisamente su segnalazione dell'intelligence statunitense. "Una decisione scollegata dalla nostra inchiesta", ha dichiarato il sostituto procuratore D'Ambruoso. Sembra invece che il gruppo avesse intenzione di compiere un attentato a Strasburgo. Nell'ambito della stessa inchiesta risultano indagati anche altri cinque nordafricani (rifornivano di documenti falsi la presunta organizzazione terroristica). "In Italia non è stata accertata alcuna preparazione di un imminente attentato", ha precisato Dambruoso. "Uno dei grandi pregi dell'inchiesta - ha aggiunto il sostituto procuratore - è proprio il fatto che ha permesso di sventare concretamente un attentato nella piazza centrale di una delle più importante città della Francia". Il magistrato ha spiegato che gli indagati, che a più riprese hanno soggiornato a Gallarate, avevano aperto tre cooperative di servizi fasulle. Anche il procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli, si è unito al coro di felicitazioni che ha salutato la conclusione dell'indagine. "E' stata smantellata del tutto la struttura, il focolaio che operava in Italia - ha detto - ed è la prova della buona collaborazione internazionale nel campo della giustizia, della prevenzione e della repressione di questi gravi fenomeni di criminalità". Il senatore Giovanni Pellegrino, presidente della commissione stragi, pur ritenendo prevedibile l'esistenza di una simile organizzazione, ha detto di non averne mai avuto notizia. Quanto a evenutuali connessioni con il terrorismo nostrano, ha detto che "si tratta di fenomeni distinti". L'analisi non vede del tutto d'accordo Walter Bielli, che della commissione stragi è capogruppo Ds: "Non è escluso che vi siano gruppi che puntano ad aggregare i terroristi a prescindere dal loro colore politico".