da "Il Manifesto"

24 Febbraio 2001

La ritirata dei cacciatori di slavi

Dopo gli sviluppi dell'inchiesta a Novi Ligure, la Lega annulla la fiaccolata. An tace

M.D.C. - ROMA

La Lega Nord ha il coraggio di dire di aver annullato la fiaccolata antistranieri, annunciata per oggi a Novi Ligure, per "evitare strumentalizzazioni politiche in vista della campagna elettorale". Alla decenza non c'è davvero limite. Ma i più del Polo (An in testa) stanno zitti. Meglio così. Imbarazzati, ma soprattutto delusi dagli sviluppi dell'inchiesta sugli omicidi di Susy Cassini e di suo figlio Gianluca, ricondotti in ambito familiare. Il centro sinistra commenta invece volentieri. "Sono addolorato e sconvolto - dice il presidente del consiglio, Giuliano Amato -. E penso anche con tristezza alla vita che attende quella figlia e sorella. Ma il grave episodio spinge anche a censurare chi si è lanciato in accuse ed in incitazioni all'odio contro chi non ha nulla a che vedere con quanto è accaduto. Stiamo attenti. C'è chi vuole creare in Italia il clima di aggressiva e ottusa intolleranza che tormentò il sud degli Stati Uniti e che tanti prezzi ha fatto pagare alla democrazia americana". "La tragedia di Novi Ligure sia da lezione per tutti - dice il popolare Paolo Palma -. sulla sicurezza dei cittadini è pericoloso fare campagna elettorale. Ancora una volta abbiamo assistito a truci dichiarazioni di esponenti della Lega e di An, pronti a giurare che si trattava di criminali stranieri. Qualcuno si è spinto anche a chiedere la pena di morte". Il responsabile istituzioni del Ppi ne ha pure per l'organo della Santa Sede: "Dispiace - aggiunge - che ci sia stata una caduta di stile dell'Osservatore romano, con espressioni ingenerose nei confronti del governo". "Non basta certo annullare una fiaccolata per riacquistare dignità umana", va giù pesante anche il presidente dei senatori verdi, Maurizio Pieroni, commentando la ritirata della Lega: "Abbiamo assistito a due giorni in cui la speculazione giornalistica e quella politica hanno varcato ogni soglia". A verità quasi svelate, in serata protesta anche l'Osservatorio dei diritti dei minori, contestando il servizio del Tg5 di mezza sera "che non ha celato il viso della ragazza indicata come l'autrice del massacro di sua madre e del fratellino. Decenza e deontologia - dice Antonio Marziale, coordinatore dell'Osservatorio - avrebbero imposto al direttore di mimetizzare la faccia della ragazza colpevole o non che sia".