da "Il Manifesto"

23 Febbraio 2001

Un male in più

In un giornale si è abituati a tutto, a qualsiasi notizia, e dopo molti anni si impara a reagire con freddezza, con una specie di cinismo professionale, specialmente in materia di cronaca nera. Ma il crimine a Novi Ligure, quella donna accoltellata, quel bambino nella vasca, quella bambina fuggita per miracolo, quel padre che ritrova insanguinata la sua casa e distrutta la sua famiglia, questo scenario ci ha atterrito. Non c'è una spiegazione, non si conoscono i colpevoli, non si capisce il perché di questa ferocia. Ma il mistero in questo caso non ha nessun fascino, non è un furto con omicidio, non è un male banale, e la repugnanza prevale senza lasciar spazio a nessun ragionamento. Che cos'è questa roba, da dove nasce, come può esserci? Violenta è la società in cui viviamo, la morte è continuamente esibita, il mondo si riassume in statistiche sanguinose. Vale per ogni società, la nostra e le altre, quelle progredite e quelle arretrate. Ma quando questa violenza si concentra in un punto, in un episodio, in una casa, nel destino macabro di una donna e di un bambino, risulta intollerabile. Quando i colpevoli verranno identificati saranno linciati dall'animo pubblico. Sarà un male di più. Ci sono molti immigrati in quel territorio, cresciuti nella devastazione e tenuti lì in malo modo, e il sospetto si appunta fatalmente su di loro. Forse risulterà fondato riverberandosi non su due ma su tutti e persisterà anche se non sarà fondato. Un altro male in più, che le elezioni ingigantiranno. Questo non ci distrae dalla pietà per quelle vittime e tutto il resto ci appare secondario. Oggi non abbiamo parlato d'altro in redazione. Questo mestiere che facciamo ci pare, in frangenti di cronaca come questo, necroforo. Forse abbiamo i nervi scossi, forse siamo dei cattivi professionisti, ci confessiamo sopraffatti dai messaggi che il mondo ci manda. PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE