da "Il Manifesto"

01 Febbraio 2001

Come si diventa clandestini per legge

Vivono in Italia da anni, ma ora rischiano l'espulsione da "rinnovo". La storia di Samba Ngom

CINZIA GUBBINI

Samba Ngom, nato 40 anni fa a M'Backe, Senegal. Vive in Italia dall'85. La scadenza del suo permesso di soggiorno è scritta nero su bianco: 4 gennaio 2001. Raccogliamo le informazioni da un fax, inviato da Genova. Allegato c'è il decreto di espulsione. La storia di Samba non è l'unica, serpeggia in tutta Italia un nuovo allarme figlio della legge 40 sull'immigrazione: il rinnovo dei permessi di soggiorno. Questa volta il problema non è "chi e come deve entrare", ma "chi è come può restare". Le regole della legge sono nuovissime e molto rigide. A farne le spese, racconta la cronaca, sono gli "immigrati storici". Come Samba molti di loro con il nuovo corso avevano ricevuto un permesso di 1 anno per "ricerca di lavoro". Quasi nessuno in così poco tempo riesce a fare tutti i documenti (e le file, e gli uffici che non sanno ecc...) per essere a posto con la nuova legge. E, un anno dopo, sono fuori. Il problema è serio e ce lo conferma Saleri, responsabile dell'immigrazione per la Cgil: "Abbiamo posto il problema durante le consultazioni con il governo per il nuovo decreto flussi - racconta - c'è un alto rischio di nuove clandestinizzazioni, che è ciò che dobbiamo combattere". E a partire dalla storia di Samba è nato un appello, appoggiato dal Forum antirazzista di Genova, da Saleh Zaghlou della Cgil locale e da tantissime associazioni di stranieri. Si rivolgono direttamente al ministro degli interni: troppe volte nelle questure i rinnovi vengono respinti in base a una lettura troppo rigida della legge 40. Quando non si tratta di cattiva interpretazione. Ma quali sono le nuove regole? Per restare in Italia, come per entrare, il primo criterio è il lavoro, in subordine il reddito. Cioè: se ti presenti a rinnovare il permesso di soggiorno e sei disoccupato, devi almeno dimostrare di avere qualche lira da parte. Quanto? La legge parla di "reddito sufficiente".Per convenzione, il tetto minimo è l'importo dell'assegno sociale: 8 milioni. In genere, per il lavoro autonomo ce ne vogliono 16. Ma per un ambulante - mestiere molto difffuso tra gli immigrati - sono troppi. Samba, ad esempio, era riuscito a guadagnare solo 3 milioni e mezzo. Vero che la partita Iva era aperta da quattro mesi, ma difficilmente avrebbe comunque raggiunto la cifra stabilita in un anno. E poi: quanti stranieri che fanno gli ambulanti aprono la partita Iva (e quanti italiani)? E ancora: chi stabilisce se il reddito "sufficiente" è di 16 milioni, o di 8? Per il ricongiungimento familiare, ad esempio, servono 8 milioni: per una sola persona non dovrebbero essere 4? E' chiaro che andando avanti di questo passo non si arriva lontano. Ma è anche vero che si sta riproponendo "il" problema che la legge 40 intendeva eliminare: una persona che vive da quindici anni in Italia e viene espulso, tornerà al proprio paese? Probabilmente no, da "clandestini" si campa male ma si campa, e il lavoro nero non manca.