da "Il Manifesto"

27 Gennaio 2001

Centro di detenzione top secret

A Bologna ne stanno costruendo un altro. Ma nessuno lo deve sapere

SARA MENAFRA - BOLOGNA

Cosa succede all'ex caserma Chiarini di via Mattei? Il prefetto di Bologna, Enzo Iovino, a proposito del centro di permanenza temporanea di Bologna promise un anno fa: "Sarà diverso, una struttura aperta al controllo democratico". Peccato che le sue promesse siano presto diventate carta straccia. Di quello che sta succedendo nell'ex caserma Chiarini di via Mattei nessuno sa o può sapere nulla. L'unica cosa certa è che i lavori di ristrutturazione dello stabile sono cominciati a settembre dello scorso anno e si concluderanno il prossimo autunno. Ma fuori dell'edificio non c'è neppure un cartello che segnali i "lavori in corso". Neppure la Asl, che dovrebbe avviare le procedure sulla sicurezza dei lavori, ha saputo nulla. Niente si sa delle condizioni di lavoro degli edili che partecipano alla ristrutturazione (ma di questo neppure il sindacato sembra preoccuparsi). Buio totale su come verrà riorganizzata la struttura. Contravvenendo ad ogni legge o circolare sui Centri di permanenza temporanea la prefettura bolognese ha deciso, su indicazione del ministero degli interni, di "secretare" il progetto, che tradotto vuol dire impedire a chiunque di sapere cosa avviene all'interno della ex caserma Chiarini. Come hanno denunciato il consigliere comunale di Bologna Valerio Monteventi e il parlamentare Ugo Boghetta, entrambi di Rifondazione Comunista, una procedura del genere non è prevista neppure per la costruzione delle carceri. "I centri di permaneza non sono carceri ma neppure alberghi" disse il governo quando pensò di istituirli. E dunque perché tutto questo mistero? Perchè il consigliere comunale dei comunisti italiani Carlo Sabbi, che era andato in via Mattei per verificare i lavori, è stato bloccato sulla porta? Perché i lavoratori impegnati nella ristrutturazione non hanno il diritto alla verifica delle norme di sicurezza come gli altri edili? Quando un anno fa si parlò del prossimo utilizzo della ex caserma prefetto e comune si affrettarono a dire che quella bolognese sarebbe stata una struttura piccola "al massimo per 120 persone" per evitare che gli ospiti dovessero stare ammassati gli uni sugli altri come era successo in Sicilia. Secondo un calcolo fatto dal consigliere Valerio Monteventi, invece, l'ex caserma potrebbe ospitare un numero fra le 120 e le 300 persone. In questo caso la struttura potrebbe diventare uno dei principali punti di raccolta per i migranti in attesa di espulsione di tutto il centro nord. Certo qualcuno potrebbe non essere d'accordo, potrebbe manifestare, fare casino. Meglio dunque non parlarne...