LA “MORTE EXTRACOMUNITARIA”: L’ESTRANEITA’ COMINCIA
SIN DALLE PRIME RIGHE DELLA NOTIZIA

a cura di Maurizio Corte - Verona, 15 ottobre 2007


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Abbiamo visto in più occasioni come il linguaggio usato dai mass media nel trattare di immigrazione sia il linguaggio dell’estraneità, della diversità vista come inconciliabile rispetto ai valori e all’organizzazione della comunità autoctona. In alcuni casi, è un’estraneità che sembra voluta, esibita, sottolineata e sovente stigmatizzata come una colpa da un lato e come un tentativo di tranquillizzare i “nostri” dall’altro: il male, si ammicca ai lettori, viene da fuori e quindi è possibile liberarsene. E’ un male “curabile”: basta solo espellere l’estraneo che lo commette e una prima espulsione la si realizza nell’immaginario collettivo attraverso la rappresentazione mediale. I media si fanno “consolatori”, verso i cittadini autoctoni, nel momento stesso in cui drammatizzano i fatti prodotti dallo “straniero”. Sono due facce della stessa medaglia: allarmismo sociale da un lato (“siamo minacciati dal diverso che violenta, uccide, rapina, ruba, disturba”); e consolazione sociale dall’altro (“il mostro è un estraneo, basta neutralizzare lui e i suoi simili e la situazione torna normale”).
In altri casi, sui media l’estraneità è automatizzata. Scatta fra le pieghe del racconto, nel profilo dei protagonisti del fatto, nella narrazione delle vicende, nell’uso delle fonti e anche nell’eccessiva credulità verso le fonti di informazione.
Vediamo come viene presentato un atto di violenza contro una donna: un atto purtroppo
frequente, dato il noto problema della violenza e delle molestie verso le donne. Sin
dall’inizio si sottolinea l’estraneità: “Un extracomunitario di nazionalità etiope è morto oggi carbonizzato…”. Come si può notare, il resoconto punta direttamente sul “carnefice” e non sulla vittima. Certo, lui è morto e lei è ferita, quindi l’aspetto più grave e di cronaca è la morte di una persona, rispetto al ferimento di un’altra. Come mai, allora, il titolo (fatto da un giornalista diverso rispetto a chi ha scritto il dispaccio, probabilmente) punta sul “litiga con la convivente, la investe poi fugge e si schianta”?
L’uomo viene presentato con nome e cognome ed età – e pure con l’origine familiare (padre slavo, madre etiope) – solo alla trentesima riga. Pensate se si fosse trattato di un genovese: sarebbe stato scritto che era un genovese con padre milanese e mamma forlivese, nato in provincia di Sondrio? Probabilmente no. Come “riscrivere” allora un articolo simile? Possiamo dare alcune indicazioni di massima: a) intanto, occorre inquadrare ogni episodio nella cornice dell’empatia verso la persona, perché abbiamo a che fare con persone (italiane o straniere non importa) portatrici di diritti e di doveri, di valori e di storie personali, di drammi e di successi che non sta a noi giudicare con l’uso di un linguaggio estraniante o peggio ancora offensivo; b) poi è necessario gerarchizzare il racconto secondo priorità oggettive, mettendo all’inizio quanto è più importante ai fini della narrazione e scendendo via via con aspetti sempre meno importanti, e non secondo priorità che mutano al cambiare della nazionalità del protagonista del fatto o dell’evento; c) il rispetto della diversità e della dimensione umana e personale dei protagonisti dei fatti deve guidare non solo un giornalismo che sia interculturale, ma anche un giornalismo che sia di buona fattura.

LITIGA CON LA CONVIVENTE, LA INVESTE POI FUGGE E SI SCHIANTA
(ANSA) - ASTI, 6 OTT - Un extracomunitario di nazionalità
etiope è morto oggi carbonizzato a Bistagno, sulle colline al
confine fra le province di Alessandria ed Asti dopo essere
uscito di strada con la propria auto. Poco prima aveva litigato
con la convivente italiana e, secondo la denuncia presentata
dalla donna, l’ aveva investita di striscio facendo retromarcia.
La vittima aveva 35 anni e abitava a Canelli (Asti). Con la
convivente gestiva a Nizza Monferrato (Asti) una pizzeria.
Oggi l’etiope, dopo avere litigato con la donna, con l’auto se
ne è andato di casa. Lei lo ha inseguito con un’ altra vettura.
I due, poco dopo, secondo il racconto della donna, si sarebbero
incontrati sulla strada Nizza-Acqui Terme, dove sarebbe avvenuto
un nuovo litigio. A seguito della sfuriata, l’uomo è ripartito
con l’auto a fortissima velocità ed ha ferito ad un piede la
convivente che ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari dell’
ospedale di Nizza Monferrato. I carabinieri di Canelli,
informati dell’ accaduto, hanno diramato le ricerche dell’etiope
e non è ancora chiaro se l’ abbiamo intercettato prima dell’
incidente.
La disgrazia è avvenuta in una stretta curva in località
Ronco Gennaro di Bistagno, sulle colline al confine fra le
province di Alessandria e Asti: la vettura è precipitata in un
dirupo e dopo un volo di diversi metri si è incendiata. Per il
passeggero non c’ è stato scampo.
La vittima è Franz Radoskiz, 37 anni, nato ad Adis Abeba
da padre slavo e madre etiope e poi emigrato
in Italia parecchi anni fa con i genitori. Sulle cause dell’
incidente stanno indagando i carabinieri di Canelli (Asti).
Al momento dell’ incidente l’ uomo non era inseguito dalle
forze dell’ ordine. Forse ha perso il controllo dell’ auto
perchè alterato dopo il furioso litigio con la convivente.
Secondo informazioni raccolte dagli investigatori, i rapporti fra i due erano da qualche tempo tesi.
(Verona, 15 ottobre 2007)

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