A LAMPEDUSA RUBAVANO LA BENZINA.
COLPA DEGLI IMMIGRATI?

a cura di Maurizio Corte - Verona, 12/21 novembre 2006 
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Non so a quanti sia capitato di trascorrere le vacanze a Lampedusa,
"ridente isola" più africana che siciliana, molto nota per i cosiddetti "sbarchi" di cosiddetti "clandestini" e molto meno nota per i furti di benzina.
Non so quanti di coloro che sono stati in vacanza a Lampedusa si siano trovati con il "Mehari", il "Suv dei poveri" (piccolissima gip), a secco di carburante. A me è successo. Era il 1999. Ho rischiato pure di incendiarmi con il Mehari, dopo che una sera sono rimasto a secco di carburante: era stato con facilità "succhiato" (è accaduto due volte in due settimane di vacanza) dal tubicino che dal serbatoio alimenta la pompa benzina; tubicino lasciato a sé stesso, una volta staccato e usato dai ladri, e formidabile strumento per provocare un incendio nel vano motore dell’automezzo.
Per evitare che mi succhiassero ancora benzina, la notte parcheggiavo il Mehari contromano nelle vie del centro: tanto, a Lampedusa non esistevano
i divieti di sosta e il codice della strada era, almeno nell’estate del 1999, carta straccia. Un pomeriggio assolato, una coppia di raffinati signori milanesi - coppia giovane e benestante che si era spesa 800 mila lire per un weekend a settembre sull'isola - si sono bloccati, col loro Mehari, davanti a me convinti che di essere stati vittime di un guasto al motore. Errore: avevano succhiato la benzina anche a loro.
Dirò di più, a fine vacanza ho scoperto di aver convissuto con decine di taniche di benzina sopra il solaio dell'appartamento che avevo affittato vicino al porto: stoccaggio abusivo di carburante rubato? scorta per tempi migliori visto che la benzina scarseggia a Lampedusa? Non l'ho mai saputo.
Quando ho chiesto notizie sui furti di benzina - rubare è un reato anche a Lampedusa - mi è stato detto che a farlo erano “i ragazzi dell'isola per girare in moto": un'isola che nel suo lato più lungo misura 11 chilometri, credo consenta di girare per un'estate intera in Vespa senza fare rifornimento. Perché, allora, così tanta sete di benzina?
Dai carabinieri, al momento di sporgere denuncia, mi sono sentito dire che "non abbiamo tempo, siamo impegnati con l'arrivo di clandestini". Era una tiepida sera del settembre 1999, un anno dopo la "calda estate dei clandestini", che segnò il 1998 e i mesi dell'anno successivo con le notizie allarmistiche (sbarchi, rivolte, omicidi a Milano) sulla criminalità straniera: il 1998, si ricorderà, fu la calda estate dell'equazione immigrazione = criminalità.
Fatta questa premessa, possiamo leggere con occhio critico il dispaccio dell'Ansa sulle richieste che i lampedusani avanzano al governo. Richieste legittime, come sono legittime le richieste di Lamon, il comune veneto che vuole passare al Trentino-Alto Adige perché dimenticato dal governo regionale veneto e da quello nazionale. La differenza è che Lampedusa mette sul piatto della bilancia gli "sbarchi di clandestini", l'emergenza-immigrazione. Tralasciamo ogni commento su quale fenomeno pesi nel dare un'immagine negativa dell'isola: il furto della benzina, che ho bene impresso in mente, o gli arrivi di migranti che in 15 giorni di vacanza passata sulla poche spiagge dell'isola non sono mai riuscito a vedere.
Va sottolineato come i media diano spazio alle legittime proteste degli abitanti di Lampedusa collegandole all'immigrazione. Basta però una lettura attenta del dispaccio dell'Ansa per rendersi conto che l'immigrazione irregolare è un pretesto per rendere notiziabile rivendicazioni sacrosante che altrimenti sarebbero condannate al silenzio. Il meccanismo è lo stesso che rende meritevole di attenzione il fenomeno degli "sbarchi", malgrado gli ingressi irregolari in Italia avvengano soprattutto via terra (e via aerea) e con visto turistico. E' la "catena informativa" - giornalisti presenti sul posto - che rende possibile la raccolta di fatti ed eventi concentrati soprattutto sugli “sbarchi” dal mare; ed è la spettacolarizzazione dell'immigrazione che trasforma in notizia quei fatti.
Le stesse rivendicazioni dei lampedusani, in un altro posto qualsiasi d'Italia, sarebbe stato liquidato con poche righe su un qualche giornale.
 
IMMIGRAZIONE:ABITANTI LAMPEDUSA PRONTI A BLOCCO SBARCHI/ANSA SINDACO INVITA A CAUTELA, ’PASIONARIA’ LEGA MANIFESTA A ROMA
   (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 21 NOV - Ieri avevano sfilato
in corteo lungo le strade dell’isola e occupato la stanza del
sindaco, Bruno Siragusa, per manifestare contro «l’indifferenza
delle istituzioni ai loro problemi». Oggi, gli esponenti del
comitato cittadino di Lampedusa hanno deciso di rilanciare,
annunciando che, in assenza di risposte concrete, da giovedì
prossimo, impediranno alle forze dell’ordine di trasferire nel
centro di accoglienza gli immigrati che sbarcano sull’isola.
   E mentre i lampedusani annunciano battaglia, Giovanna
Maraventano, la leghista più meridionale d’Italia, ristoratrice
di professione prestata alla politica, manifesta davanti a
Montecitorio accusando destra e sinistra di essere rimaste sorde
alle richieste dei suoi compaesani.
   La lista delle rivendicazioni del comitato è lunga. Il
potenziamento delle infrastrutture - come la costruzione di un
nuovo scalo per l’attracco delle imbarcazioni a Lampedusa e di
un porto e un eliporto a Linosa -; la realizzazione del
depuratore e di una sala parto; il miglioramento dei trasporti,
definiti obsoleti sono solo alcune delle richieste dei
lampedusani. «Chi vive qui affronta spese proibitive - dicono -
da quelle sanitarie a quelle relative al gas, all’energia e ai
prodotti di prima necessità».
   E non manca un accenno al problema degli sbarchi. «I media
danno un’immagine falsata del problema immigrazione - sostengono
gli esponenti del comitato - e questo ha ripercussioni negative
sul turismo».
   D’accordo con i cittadini il sindaco che «condivide i motivi
della manifestazione» ma chiede «cautela» e «senso di
responsabilità» invitando il Comitato a mantenere la protesta
in termini «civili e nel rispetto della legge». «Ho ricevuto
una telefonata del Viminale - dice - qualcosa si sta muovendo».
   Spara a zero su tutte le forze politiche, invece, la
Maraventano. «Cuffaro e Prodi sono assenti su tutto - spiega la
pasionaria del Carroccio, non nuova a iniziative clamorose,
quest’estate occupò la banchina del porto, - A Lampedusa non
abbiamo trasporti, strutture, ospedali, scuole; ci sono persone
malate di tumore che non possono andare a fare la terapia
perchè non ci sono posti in aereo».
   «Cosa ha fatto Cuffaro per Lampedusa? - chiede
provocatoriamente - Cosa ha fatto Prodi? Prodi conosce
Lampedusa? Invece di spendere soldi per un centro di accoglienza
dovrebbe dare ai cittadini lampedusani la possibilità di vivere
dignitosamente». La leghista, infine, incalza le istituzioni anche sul
problema immigrazione invocando «una nave militare che blocchi
le ondate migratorie».


Verona, 12/21 novembre 2006 

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