LA MORTE IMMIGRATA TRATTATA IN MODO “INTERCULTURALE”

a cura di Maurizio Corte - Verona, 25 luglio 2006
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Come faremo in altre occasioni, prendendo spunto dal lavoro redazionale – basandoci spesso su testi “veri” e pubblicati – vediamo che una stessa notizia possa essere scritta in modo diverso. Chiamiamo questo modo “diverso” con il nome di Giornalismo interculturale. Dopo averlo teorizzato in altri appunti sul sito del Cestim e nel libro “Comunicazione e giornalismo interculturale”, vediamo in concreto come opera. Per adesso – siamo al secondo esempio (l’altro è stato pubblicato sul sito con la data del 30 giugno 2006) – ci limitiamo al linguaggio. In altre occasioni passeremo anche all’impaginazione del giornale, all’accostamento o meno delle notizie.
Leggiamo questo dispaccio dell’Ansa ripreso (in parte o in tutto) da molti media.

IMMIGRAZIONE: IN MARE 3 CADAVERI, SE NE CERCANO ALTRI /ANSA
TRA LE IPOTESI UN NAUFRAGIO OPPURE BUTTATI FUORI BORDO
(ANSA) - PALERMO, 24 LUG - Sarebbero di origine nordafricana i tre extracomunitari - una donna di circa 30 anni e due uomini - trovati morti questo pomeriggio vicino alla foce del fiume Drillo, a Gela. Secondo il medico legale che ha eseguito l’ispezione cadaverica, sarebbero annegati poco prima dell’alba. Ancora incerti i contorni della vicenda. Resta da capire se si tratti di un naufragio o se i tre siano annegati dopo essere stati gettati in acqua davanti alle coste gelesi. I cadaveri dei due uomini sono stati trovati sulla spiaggia di località Macconi, vicino Acate, ai confini tra le province di Ragusa e Caltanissetta. Il corpo della donna è stato invece recuperato in acqua, a 200 metri dalla battigia. Per tutto il pomeriggio - le ricerche sono state sospese al tramonto - il personale della Guardia Costiera e della Finanza
che sul posto ha inviato un elicottero e un guardacoste hanno pattugliato la zona alla ricerca di altri corpi. Le operazioni riprenderanno domani mattina all’alba. Sembra poco probabile l’ipotesi che le vittime si trovassero a bordo del barcone che ieri sera ha lanciato un Sos attraverso un telefono satellitare. Un immigrato ha fatto sapere di
trovarsi in una zona imprecisata tra Malta, Lampedusa e le coste siciliane e che a bordo dell’imbarcazione su cui si viaggiava c’erano diversi cadaveri. I risultati dell’ispezione compiuta dal medico legale, che parla di morte per annegamento, farebbe escludere l’eventualità che i nordafricani, morti durante la traversata, siano stati
buttati in acqua successivamente. Di «naufragio anomalo» parla il comandante della Capitaneria di Gela. «Se si fosse trattato di un naufragio - dice - probabilmente avremmo trovato il barcone che, invece, abbiamo cercato invano per tutto il pomeriggio». «È più probabile - spiega - che i tre, giunti davanti alle coste, siano stati costretti, insieme al resto degli extracomunitari con cui avevano viaggiato, a scendere in acqua e che non siano riusciti a raggiungere la terra». Sulla vicenda indagano due procure: quella di Ragusa e quella di Gela, entrambi competenti visto che i corpi sono stati trovati nel territorio delle due diverse province. L’inchiestaè stata delegata ai carabinieri del comando provinciale. Domani verrà disposta l’autopsia sui corpi.

Ecco lo stesso servizio riscritto con una sensibilità giornalistica e interculturale.
Palermo. Sarebbero di origine nordafricana i tre cittadini stranieri - una donna di circa 30 anni e due uomini - trovati morti ieri pomeriggio vicino alla foce del fiume Drillo, a Gela. Secondo il medico legale che ha eseguito l’ispezione dei corpi, sarebbero annegati poco prima dell’alba. Ancora incerti i contorni della vicenda. Resta da capire se si tratti di un naufragio o se le tre persone siano annegate dopo essere state gettate in acqua davanti alle coste gelesi.
I cadaveri dei due uomini sono stati trovati sulla spiaggia di località Macconi, vicino Acate, ai confini tra le province di Ragusa e Caltanissetta. Il corpo della donna è stato invece recuperato in acqua, a 200 metri dalla battigia. Per tutto il pomeriggio - le ricerche sono state sospese al tramonto - il personale della Guardia Costiera e della Finanza che sul posto ha inviato un elicottero e un guardacoste hanno pattugliato la zona alla ricerca di altri corpi. Le operazioni sono riprese questa mattina mattina all’alba.
Sembra poco probabile l’ipotesi che le vittime si trovassero a bordo del barcone che domenica sera ha lanciato un Sos attraverso un telefono satellitare. Un migrante ha fatto sapere di trovarsi in una zona imprecisata tra Malta, Lampedusa e le coste siciliane e che a bordo dell’imbarcazione su cui si viaggiava c’erano diversi cadaveri.
I risultati dell’ispezione compiuta dal medico legale, che parla di morte per annegamento, farebbe escludere l’eventualità che i cittadini nordafricani, morti durante la traversata, siano stati buttati in acqua successivamente. Di «naufragio anomalo» parla il comandante della Capitaneria di Gela: «Se si fosse trattato di un naufragio, probabilmente avremmo trovato il barcone che, invece, abbiamo cercato invano per tutto il pomeriggio. È più probabile che i tre, giunti davanti alle coste, siano stati costretti, insieme al resto dei migranti con cui avevano viaggiato, a scendere in acqua e che non siano riusciti a raggiungere la terra». Oggi sarà disposta l’autopsia sui corpi.

Verona, 25 luglio 2006

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