da La Stampa

del 11 luglio 2000

La grande richiesta del Nord Est che ha già "bruciato" le quote ."Finito l'allarme collettivo e le paure del fenomeno"

Lavoratori immigrati in Italia: per il 2000 ingressi esauriti

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ROMA - Tutto esaurito. Il mosaico degli ingressi dei lavoratori immigrati per il 2000 si sta rapidamente componendo. Le 63 mila caselle sono state assegnate "per un abbondante 80 per cento". Parole e cifre del capo gabinetto della Solidarietà sociale, Guido Bolaffi, che fotografa così la situazione durante la presentazione di un convegno sull'immigazione promosso dall'agenzia romana per il Giubileo. Se poi dai numeri si scende nella loro ripartizione per regioni ecco che si scopre che il ricco e industrioso nord est ha letteralmete "bruciato" le quote degli ingressi. Al punto che la richiesta supera di gran lunga l'offerta. E proprio sulla ripartizione, le necessità e l'assegnazione dei lavoratori alle singole realtà locali le posizione in campo sono diverse. Non a caso Bolaffi precisa: "Si sta lavorando per rendere il sistema più flessibile ma l'immigrazione è una questione nazionale". Sul campo due spinte che, a volte, rischiano di confliggere. Da una parte è difficile dar torto a quelle Regioni che vorrebbero partecipare all'assegnazione della quote e che accusano lo stato centrale di "lentezza e eccessiva burocrazia". D'altra pate però non si deve dimenticare il principio che l'immigrazione è un fenomeno che coinvolge l'intera nazione e che come tale deve essere affrontato in un'ottica più vasta di quella di singole porzioni di territorio. "Anche gli stati più federali, come America, Canada e Australia - spiega Bolaffi - hanno scelto una definizione centrale della politica dell'immigrazione". Inevitabili poi le ricadute sul problema della sicurezza e dell'immigrazione clandestina. Secondo Bolaffi è stata "superata la logica dell'allarme collettivo e siamo entrati in quella del come affrontare il peso dell'immigrazione". Non c'è poi nessun conflitto tra i controlli alle frontiere e l'integrazione, continua Bolaffi, per il quale "un Paese in grado di controllare i propri confini è anche in grado di integrare i propri immigrati e che, unico in Europa, riconosce il diritto allo studio ai figli dei clandestini". (11 luglio 2000)