da "Il Corriere della Sera" del 4 giugno 2002

 

LA PROPOSTA

«Musulmani d’Italia, anche a loro l’8 per mille»

Un movimento trasversale ai partiti per un patto giuridico Stato-Islam Manconi: c’è un vasto orientamento positivo

ROMA - L’obiettivo è arrivare a un’intesa. Meglio: a un accordo giuridico tra lo Stato italiano e le Comunità islamiche, per garantire ai musulmani attività di culto e di organizzazione, così come già succede per le Comunità ebraiche o per le Chiese evangeliche. Per capire: nella dichiarazione dei redditi si potrà decidere di destinare l’8 per mille anche alle Comunità islamiche, dopo questa intesa. «Sull’ipotesi di questo accordo giuridico esiste già un orientamento positivo della maggioranza dei partiti», garantisce Luigi Manconi, ex-senatore dei Verdi. E sventola un foglio, una bozza d’intenti: c’è anche la firma del leghista Fiorello Provera, capo della Commissione esteri del Senato, sotto quella paginetta che invita a condividere diritti e doveri con i musulmani. Ma pure quella di Giulio Andreotti e di Susanna Agnelli, insieme con l’ex-presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Ma non finisce qui. E’ da un anno che l’ex-senatore Manconi lavora a questo obiettivo, ci ha fondato quasi apposta un’associazione («A buon diritto») che oggi debutta con un convegno dal titolo inequivocabile: «Lo Stato, l’intesa, i musulmani d’Italia». Non ha dubbi Manconi: «Ci parteciperanno i leader dei maggiori partiti, oltre al presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, Scalfaro, Andreotti e i giuristi Cesare Mirabelli, Giovanni Conso e Francesco Margiotta Broglio».
Ci sarà Fiorello Provera e Piero Fassino, Marco Follini e Rosi Bindi, Renato Schifani, Domenico Nania. Ed è proprio Nania, presidente dei senatori di An, il primo ad appoggiare l’ipotesi di questo accordo: «E’ nella tradizione giuridica italiana puntare al riconoscimento di un rapporto così da farlo uscire da una condizione di fatto», dice infatti. E poi aggiunge: «Non ci devono condizionare gli episodi dell’11 settembre. Bisogna essere in grado di capire la differenza tra l’estremismo oltranzista e fondamentalista che mette in discussione la validità del sistema democratico e le associazioni musulmane che accettano i principi fondamentali della nostra Costituzione».
E’ previsto proprio dalla nostra Costituzione (all’articolo 8) il patto giuridico per il quale Manconi si sta battendo da un anno con la sua associazione che vanta nel comitato scientifico il ministro Antonio Martino e il presidente della Rai Antonio Baldassare, insieme agli ex-ministri Augusto Fantozzi e Umberto Veronesi, Laura Balbo, don Luigi Ciotti, Eligio Resta.
«Questo patto giuridico non vuol dire soltanto far comparire le Comunità islamiche nella dichiarazione dei redditi», dice Manconi. E poi spiega: «Vuol dire anche che i musulmani potranno disporre degli spazi per seppellire i propri morti. Che avranno assistenza religiosa in ospedale e nelle carceri. O che potranno entrare nelle caserme o nella polizia. E far valere i loro diritti religiosi, tutti quelli che non contrastano con l’ordinamento italiano, ovviamente. Per capire: nessun riconoscimento per la poligamia».
Alessandra Arachi


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